Torrone sardo: storia e origini di un dolce della tradizione
Torrone sardo, tutta la dolcezza di un dolce prestato alle Feste
Dalle origini antiche e dal sapore che non si dimentica, il torrone, simbolo di festa, è uno dei dolci più apprezzati
Ci sono piatti e dolci che entrano ben presto nell’immaginario popolare e si ritagliano un ruolo di primo piano sulle tavole della tradizione: è il caso anche del torrone artigianale sardo, divenuto ben presto una vera e propria icona delle festività più amate.
Le sue origini si perdono nella notte dei tempi e sono contese tra svariate località italiane ed europee per una storia ancora tutta da scrivere: quel che è certo è che, in Sardegna, la presenza del torrone mandorlato viene sancita, per la prima volta, in un documento del 1614, conservato presso l’Archivio di Stato di Cagliari.
Si tratta di un contratto che attesta la fornitura di torroni neri e bianchi tra due abitanti di Villanova, uno dei quartieri storici della città: quel che incuriosisce è la lingua, il catalano.
In effetti, numerose testimonianze storiche indicano la forte influenza della penisola iberica sulla Sardegna, come emerge anche dai complessi architettonici di Alghero.
Il termine torrone deriverebbe dal turron de Alicante, a sua volta diffuso al tempo della presenza araba nella penisola iberica: ed è proprio da lì che provengono le mandorle utilizzate per preparare il dolce che, in poco tempo, ha conquistato le zone di Mamoiada, Tonara, Sanluri, Pattada, Barbagia e Aritzo.
Tonara, il borgo legato al torrone sardo
In particolare, sull’isola esiste un borgo, Tonara, profondamente legato alla produzione del torrone.
Nel cuore della Barbagia, a quasi mille metri di altezza in provincia di Nuoro, ecco il borgo fiabesco, dalle origini antichissime, lontano dalla frenesia delle città e immerso in un paesaggio idilliaco disegnato da boschi, montagne e cascate.
Le prime testimonianze del suo torrone artigianale arrivano nell’Ottocento quando le abili mani degli artigiani lo lavoravano tra marzo e settembre.
Innanzitutto, provvedevano a riscaldare il miele in su cheddargiu, recipiente in rame, collocato su un fornello a mattoni, sa forredda.
Per garantire una combustione lenta e senza fumo, il fornello veniva alimentato con legna di agrifoglio: il miele si lasciava cuocere per circa quattro ore mescolando con molta pazienza, senza fermarsi.
Una volta pronto, si aggiungevano le mandorle sbucciate e tostate: il composto era infine posto in contenitori di legno foderati con ostie e carta oleata.
Non rimaneva che attendere il raffreddamento per tagliarlo e, finalmente, assaporarne tutta la bontà.
Dal 1979, il Lunedì di Pasqua, Tonara ospita la “Sagra del Torrone Sardo”, atteso evento che richiama visitatori da ogni angolo della Sardegna.
Come nasce il torrone di Sardegna, delizia da assaggiare
Gli ingredienti chiave del torrone sardo sono il miele e le mandorle: oggi la ricetta prevede anche l’aggiunta dell’albume d’uovo ma un tempo la delizia nasceva dalla cottura lenta del miele locale e dalle mandorle.
Nuovi ingredienti oppure varianti hanno visto la luce nel corso degli anni.
Tuttavia, l’elemento che contraddistingue il torrone di Sardegna dagli altri torroni italiani è l’assenza dello zucchero.
La pellicola che protegge il torrone, l’ostia, si prepara invece con amido di mais, acqua e olio vegetale.
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