Rugby: le origini di uno sport che ha conquistato il mondo

Rugby: storia di uno degli sport di squadra tra i più praticati

Altruismo, impegno, rispetto dell’avversario e lealtà sono le principali caratteristiche del rugby, in inglese rugby football, lo sport di squadra per eccellenza considerato anche uno sport di contatto (il confronto fisico tra i giocatori è una costante nel gioco) e di situazione (ovvero uno sport in cui le situazioni si modificano rapidamente e in qualsiasi momento).

Conosciuto in Italia con il nome di pallovale o palla ovale, la parola rugby indica due diversi tipi di sport di squadra entrambi nati nel Regno Unito alla fine del XX secolo: il rugby a 15 o rugby union, disputato tra due squadre di 15 giocatori ciascuno, e il rugby a 13 o rugby league che conta 13 elementi per squadra. Le due discipline, otre alle differenze del numero dei giocatori, hanno regole differenti e sono considerate indipendenti l’una dall’altra.

Il rugby a 13 è praticato e seguito soprattutto in Inghilterra, Francia, Australia, Nuova Zelanda e Papua Nuova Guinea, paese quest’ultimo nel quale è lo sport nazionale. Il rugby a 15, invece, è praticato a livello internazionale in gran parte del mondo: Regno Unito, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda, Figi, Sudafrica, Francia, dove esiste un campionato dalla fine del XIX secolo, Italia, che ha un suo campionato nazionale dal 1929, Argentina, Romania, ex Unione Giappone, Marocco, Kenya, Namibia e in diverse altre nazioni di Oceania e Asia.

Esistono però anche due varianti che si differenziano dalle altre per velocità di gioco e numero dei giocatori: le squadre infatti sono composte da 10 o 7 giocatori che si contendono la partita in un campo di misura regolare ma con un tempo di gioco inferiore. Inoltre, dal 2016 il rugby a 7 rientra nel programma dei Giochi olimpici.

Va ricordato che a partire dalla fine del XX secolo anche il rugby femminile ha conosciuto importanti sviluppi e progressi tecnici celebrati con l’istituzione, nel 1991, della Coppa del Mondo di rugby femminile a cui si aggiungono altri tornei internazionali come l’Home Championship nel 1996.

Rugby: dalla nascita fino alla sua diffusione in Italia

Si racconta che fu William Webb Ellis, giovane studente della città di Rugby, nella contea del Warwickshire in Inghilterra, ad inventare il gioco diventato famoso in tutto il mondo. Sembra infatti che nel 1823, durante una partita di football, Ellis raccolse la palla con le mani e iniziò a correre verso la linea di fondo campo avversaria realizzando la prima meta della storia del rugby.

Il gesto che colpì e incuriosì i presenti alla partita non fu vedere Ellis prendere la palla con le mani, un’azione piuttosto comune in un’epoca in cui le regole del calcio erano molto diverse da quelle di ora, ma farlo correndo in avanti verso la linea di fondo campo. In seguito, l’azione diventerà una delle regole principali del rugby.

A William Webb Ellis è dedicata la Coppa del Monda di rugby, la massima competizione internazionale per squadre nazionali maschili, e la statua di bronzo che si trova davanti alla scuola dove nacque la disciplina sportiva la cui storia è unitaria fino al 1895, anno della scissione professionistica del rugby a 13.

La prima grande scissione risale però al 1863 anno in cui i rappresentanti di un gruppo di club inglesi decisero di fondare la Football Association, dando così vita a quello che sarà conosciuto come soccer o gioco del calcio. I club che invece mantennero le regole del rugby fondarono, a loro volta e nel 1871, il proprio organismo ufficiale: la Rugby Football Union (RFU).

In quegli anni il rugby era considerato uno sport elitario e amatoriale ma verso la fine del XIX secolo lo scontro culturale e sociale tra i club del nord dell’Inghilterra, composti soprattutto da lavoratori, e quelli del sud, formati prevalentemente da studenti e aristocratici, cambiò ancora una volta il mondo della palla ovale.

A scatenare la polemica tra i due schieramenti fu proprio la natura del gioco: se i rappresentanti dei club settentrionali rivendicavano il diritto al compenso per le partite disputate sacrificando il lavoro, tale richiesta era ritenuta inaccettabile dalla RFU per la quale il rugby doveva essere considerata un’attività puramente amatoriale (e tale rimarrà fino al 1995). Per questo motivo il 29 agosto 1895 ventuno club si separarono dalla RFU e s’incontrarono al George Hotel di Huddersfield, dando vita alla Northern Rugby Football Union che in seguito sarà ribattezzata Rugby Football League (RFL).

E in Italia? Nel Bel paese il rugby fece la sua comparsa nei primi anni del XX secolo grazie all’iniziativa di Stefano Bellandi, appassionato di sport ed economo del teatro alla Scala di Milano. La Federazione Italiana Rugby (FIR) si costituì il 28 settembre 1928 e un anno più tardi nacque la Nazionale italiana che debuttò ufficialmente il 20 maggio a Barcellona contro l’esordiente Spagna.

Rugby: la Rugby Academy by Legend del Forte Village

Il rugby è uno sport che apporta numerosi benefici fisici e mentali: migliora la salute cardiovascolare, aiuta a mantenersi in forma, aumenta forza, agilità, capacità di orientamento spazio-temporale, capacità di reazione e di adattamento, favorisce lo spirito di squadra, allontana lo stress, insegna il valore del duro lavoro e l’importanza del rispetto dell’avversario sia durante la partita che fuori dal campo.

Infatti, uno degli aspetti più interessanti di questa disciplina è il cosiddetto “terzo tempo”, ovvero il tradizionale incontro tra le due squadre al termine della gara che permette ai giocatori di socializzare e di scambiare opinioni riguardanti la partita. Si tratta di un momento conviviale molto importante che si svolte al pomeriggio (After-match party o drink) o alla sera (After-match dinner) e spesso coinvolge anche le famiglie dei giocatori e, a volte, i tifosi. In genere, nel mondo anglosassone l’After-match party o l’After-match dinner è organizzato presso la Club House della squadra che ospita l’incontro.

Lo sport del terzo tempo insegna a socializzare e a lavorare in team per raggiungere un obiettivo comune ed è quindi adatto a tutti: adulti, ragazzi, bambini e bambine.

Al Forte Village, pluripremiato resort circondato dallo splendido mare di Sardegna, imparare a fare meta è facile grazie alle stelle inglesi del rugby, allenatori d’eccezione della Rugby Academy by Legend.

Il resort mette a disposizione degli aspiranti rugbisti un meraviglioso campo erboso che si rifà a quello della Leisureland e fornisce a tutti i partecipanti il kit ufficiale della Rugby Academy che comprende maglietta, pantaloncini, zaino, calze e cappellino.

L’academy, dedicata a bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 16 anni, è strutturata in cinque giornate, dal lunedì al venerdì con sessioni mattutine di due ore. Ecco quali sono gli appuntamenti previsti per la stagione 2021:

Will Greenwood:

  • 29 Maggio – 5 Giugno 2021
  • 21 Agosto – 4 Settembre 2021

Ben Kay:

  • 17 Luglio – 24 Luglio 2021

Austin Healey:

  • 21 Agosto – 4 Settembre 2021

Rachel Burford:

  • 21 Agosto – 28 Agosto 2021

Martin Johnson:

  • 28 Agosto – 4 Settembre 2021

La Rugby Academy by Legend è solo una delle tante Academy sportive del resort. Infatti, al Forte Village c’è spazio per ogni tipo di sport: dal calcio al freestyle football, dal basket alla boxe, dalla scherma al nuoto, passando per gli scacchi, il tennis, il gioco del golf e molto altro ancora.

Vuoi vivere una vacanza indimenticabile e allenarti con i grandi campioni del rugby? Scopri il Forte Village Resort in Sardegna.

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