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Teatro: Carlo Cecchi torna a Cagliari dopo 15 anni con l’Enrico IV

Carlo Cecchi al Teatro Massimo di Cagliari: chi è l’attore di Enrico IV

Il teatro è il posto tra le cui mura la percezione del tempo non è quella a cui siamo abituati, un luogo in cui tornare dopo anni di lontananza senza per questo sentire il peso dell’assenza che, dopo quindici anni dall’ultimo incontro, lascia spazio al respiro dell’arte di Carlo Cecchi e al suo Enrico IV in scena al Teatro Massimo di Cagliari dal 6 al 10 marzo 2019, insieme ad Angelica Ippolito, Gigio Morra, Roberto Trifirò, Federico Brugnone, Davide Giordano, Dario Iubatti, Matteo Lai, Chiara Mancuso e Remo Stella.
Non vestirà solo i panni dell’attore Carlo Cecchi che firma anche l’adattamento e la regia di uno dei testi più acuti e interessanti della produzione teatrale di Luigi Pirandello, un dramma in tre atti che mette al centro della storia l’avvincente analisi della pazzia umana e il difficile rapporto tra persona e personaggio, inganno e realtà, temi cari al drammaturgo agrigentino.
Se un marinaio cede al fascino misterioso del canto delle sirene, a ognuno di noi basterebbe il ritorno a Cagliari di una delle figure più importanti del teatro italiano e la rivoluzionaria opera di Pirandello per lasciarsi sedurre dal richiamo dell’arte e prendere posto all’interno del Teatro Massimo, ma Carlo Cecchi si spinge oltre e ci offre un’ulteriore ragione per celebrarne il ritorno nel capoluogo sardo. Il suo Enrico IV è diverso dalla tradizione, le lunghissime battute del Grande Attore vengono ridotte per lasciare spazio agli altri personaggi che altrimenti rischierebbero di smarrirsi sulla scena a causa della presenza ingombrante del protagonista la cui follia, e la recita della follia, sono il cuore di uno spettacolo dove al centro c’è un magnetico gioco d’intrecci tra il teatro, il teatro nel teatro e il teatro del teatro.

Enrico IV al Teatro Massimo di Cagliari: date spettacoli, orari e dove comprare i biglietti

L’Enrico IV di Carlo Cecchi va in scena al Teatro Massimo di Cagliari da mercoledì 6 marzo a domenica 10 marzo secondo i seguenti turni:

  • Turno A: mercoledì 6 marzo 2019, ore 20,30
  • Turno P: giovedì 7 marzo 2019, ore 16,30
  • Turno B: giovedì 7 marzo 2019, ore 20,30
  • Turno C: venerdì 8 marzo 2019, ore 20,30
  • Turno D: sabato 9 marzo 2019, ore 20,30
  • Turno E: domenica 10 marzo 2019, ore 19,00

I biglietti possono essere acquistati presso la biglietteria del Centro Diffusione Attività Culturali (Ce.D.A.C.) aperta solo nei giorni dello spettacolo, dal mercoledì al sabato dalle 17,00 alle 20,30, per la replica pomeridiana del giovedì dalle 15,30 alle 20,30 e la domenica dalle 17,00 alle 19,00. Il Ce.D.A.C  si trova in via Goffedro Mameli 153, ma per ulteriori informazioni è possibile telefonare al numero +39 345 48 94 565, inviare una mail all’indirizzo biglietteria@cedacsardegna.it o visitare il sito www.cedacsardegna.it.
I biglietti possono essere acquistati anche online sul sito www.vivaticket.it e il prezzo varia in relazione al posto scelto:

  • Primo settore: intero € 35 , ridotto € 27
  • Secondo settore: intero € 30 euro, € 22
  • Loggione: prezzo unico € 15
  • Biglietti pomeridiani: intero € 16, ridotto € 12

Teatro Massimo di Cagliari dal dopoguerra ad oggi: storia di una rinascita

Cagliari è la casa dove ogni forma d’arte, figlia della natura o dell’ingegno umano, trova il suo posto perfetto e tra i luoghi del cuore che la rendono una città memorabile, una menzione speciale spetta al Teatro Massimo tornato a splendere nel 2009 dopo ben 27 anni di chiusura.
Il Teatro Massimo sorge in viale Trento a Cagliari e la sua è una storia che comincia sul finire di una guerra, come un fiore che nasce tra le macerie per testimoniare al mondo la forza della bellezza che vince sull’oscurità, sulla paura e soprattutto sulla scelleratezza umana alla base di ogni conflitto.
Siamo negli anni della seconda guerra mondiale che non ha risparmiato niente e nessuno, nemmeno Cagliari dove i due teatri più importanti, il politeama Regina Margherita e il Teatro Civico di Castello, sono cancellati da un incendio, il primo, e dai terribili bombardamenti del 1943 il secondo.
Fu per iniziativa di una famiglia cagliaritana, i Merello, determinati a realizzare un cineteatro che presero il via i lavori per la costruzione del futuro Teatro Massimo con un progetto affidato a due giovani architetti cagliaritani, Oddone Devoto e Emilio Stefano Garau, e il coinvolgimento dell’impresario teatrale Ivo Mazzei. Il risultato portò alla nascita, nel 1947, di uno spazio da 3.000 m² cui va aggiunta una grande sala con balconata per un totale di 1.500 posti e un palcoscenico di 250 m² che ha accolto i grandi nomi della musica lirica, da Maria Callas a Beniamino Gigli a Tito Schipa, senza dimenticare i pilastri del teatro italiano come Vittorio Gassman, Eduardo De Filippo, Giorgio Streheler e Tino Buazzelli e le prime di kolossal che hanno fatto la storia tra cui Ben Hur e I Dieci Comandamenti. Una favola quella vissuta dal Teatro Massimo che nel 1960 apre le sue porte, e quella della Sardegna, all’Italia intera ospitando la serata finale della seconda edizione di Canzonissima e regalando all’isola la sua prima ripresa televisiva in diretta.
Tutte le storie però, anche le più belle, hanno i loro momenti bui e quelli del Teatro Massimo coincidono con gli anni settanta e la crisi che interessò il settore cinematografico, un crollo economico che la famiglia Merello pensò di affrontare demolendo il teatro per sostituirlo con dei palazzi ma grazie all’intervento dell’amministrazione comunale, e a uno scambio di aree, il teatro continuò a vivere fino al 1982 quando un incendio portò alla chiusura definitiva.
Dopo 27 anni, l’11 febbraio 2009, il Teatro Massimo come l’araba fenice e risorto dalla sue ceneri ed è stato restituito alla città di Cagliari, ai sardi e a tutti coloro che credono nell’inestimabile valore della cultura e del teatro italiano.

Enrico IV a Cagliari: al Teatro Massimo l’opera di Luigi Pirandello

Il teatro è lo specchio dei vizi e delle virtù umane che ti prende l’anima e la fa oscillare come un pendolo davanti agli occhi mostrandoti realtà e finzione, maschera e volto, dramma e commedia: il teatro è l’uomo che parla agli uomini e ci mostra ciò che siamo e non siamo, quello a cui aspirano e a cosa rinunciamo.
L’analisi dell’identità e la sfaccettata complessità dell’io sono i cardini su cui si poggia l’intera produzione del drammaturgo, scrittore e poeta italiano, Luigi Pirandello che nella sua opera Enrico IV approfondisce l’intricato rapporto tra persona e personaggio partendo dall’esame della follia, prima vera e poi recitata.
Datato 1921 il dramma in tre atti fu scritto appositamente per Ruggero Ruggieri, famoso attore dell’epoca, e racconta la storia di un nobile del Novecento che prende parte ad una cavalcata in costume vestendo i panni dell’imperatore Enrico IV di Franconia. Al gioco partecipa anche Matilde Spina, donna della quale il protagonista è innamorato, e Belcredi, rivale in amore del nobile che disarcionato dall’antagonista cade a terra, batte la testa e si convince di essere davvero Enrico IV. La follia dell’uomo è assecondata da chi gli sta intorno, ma trascorsi dodici anni il nobile guarisce e si rende conto che la sua caduta non è stata accidentale bensì provocata da Belcredi, innamorato anche lui di Matilde, che dopo l’incidente è riuscito a rubargli l’amore della donna per costruire insieme a lei una famiglia. Fare i conti con la realtà e sopportare la perdita dell’amata spingono l’uomo a fingersi pazzo pur di non dover affrontare il dolore e così riesce a vivere per vent’anni fino al momento in cui Matilde, con Belcredi e la loro figlia Frida, non decide di fargli visita insieme a uno psichiatra affascinato dalla pazzia di Enrico IV. Per provare a guarirlo, il medico suggerisce di ricreare la stessa scena di vent’anni prima compresa la caduta da cavallo ma è Frida a interpretare il ruolo che in passato fu di sua madre e quando Enrico IV si trova di fronte la ragazza, così simile alla donna che aveva amato un tempo, non può fare a meno di abbracciarla, provocando l’irritazione di Belcredi che deciso ad allontanare l’imperatore da sua figlia si ritrova ferito a morte per mano di Enrico IV. Non esiste alcun modo per scappare dalle conseguenze di un gesto che può solo assicurargli il processo e la prigione e per fuggire dalla realtà senza farvi ritorno resta solo una possibilità: fingersi pazzo per il resto della vita.
Parte da qui l’Enrico IV che Carlo Checchi mette in scena al Teatro Massimo di Cagliari, un’opera in cui la dimensione psicologica e la critica sociale rendono questa tragedia un racconto moderno, capace di toccare le sensibilità del presente.
Motivo in più per non lasciarsi scappare l’occasione di vedere dal vivo una stella polare del teatro italiano che interpreta l’opera di un rivoluzionario dell’arte.

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