Voti e miracoli di Sant’Efisio: come nasce la festa della Sardegna
Tradizioni, costumi e programma delle celebrazioni del Santo protettore delle Genti di Sardegna
Celebrata fin dal lontano 1652, l’antica Festa di Sant’Efisio ha negli anni trasceso la sua dimensione puramente religiosa per contribuire alla costruzione di una parte importante della cultura e dell’identità popolare cagliaritana e, più in generale, isolana.
Delle tante ricorrenze religiose che nei secoli hanno hanno contribuito alla costruzione dell’identità e della cultura sarda vi è certamente la Festa di Sant’Efisio, che da quasi quattro secoli celebra la figura del martire guerriero che, apparendo in visione all’allora viceré Conte di Lemos, liberò la Sardegna dalla grande Peste Barocca di metà Seicento.
Un vero e proprio miracolo che definì le sorti dell’Isola, meritevole dunque di essere festeggiato in grande. La Festa di Sant’Efisio è infatti tutt’altro che un evento convenzionale: il momento clou delle celebrazioni è infatti un pellegrinaggio lunghissimo, di oltre 60 chilometri, con partenza nella mattinata del 25 aprile nello storico quartiere di Stampace e arrivo in quella del 1 maggio nell’antica città romana di Nora, luogo del martirio del Santo, passando prima per le chiese di Giorgino e di Su Loi (Capoterra), Villa d’Orri, Sarroch, Villa San Pietro e Pula.
Una processione coloratissima e partecipata, in grado conquistare anche chi generalmente non ama questo tipo di eventi, e di parlare all’anima evocando sentimenti atavici e intensi, quelli che solo un atto comunitario di così grande portata può suscitare.
Non stupisce dunque che, insieme alla suggestiva Corsa degli Scalzi di Cabras, prevista per il primo settembre, sia in grado di radunare decine di migliaia di persone desiderose di abbandonarsi alle melodie di antichi canti della devozione, i goccius, il cui pathos viene elevate dalle note delle launeddas, antichissimi strumenti musicali a fiato in grado di creare polifonia. Melodie che accompagnano la sfilata degli oltre 3.000 figuranti vestiti in sgargianti abiti tradizionali, preceduti da carri tradizionali adornati da fiori e frutta, le sfarzose traccas, delle vere e proprie “case mobili” trainate da coppie di buoi dalle corna ornate da ghirlande floreali, che trasportano il simulacro del Santo.
I voti a Sant’Efisio, una devozione lunga quattro secoli
Per ripercorrere le vicende che hanno portato alla nascita della Festa di Sant’Efisio dobbiamo fare un salto indietro nel tempo di quasi quattro secoli. Siamo nel lontano 1652, e la città di Cagliari -e in misura minore tutta l’Isola- era piegata in ginocchio da una delle epidemie di peste più virulenti della storia, che in poco tempo aveva decimato la popolazione senza dare segni di arrestarsi.
In un tentativo disperato di porre fine a questa drammatica situazione, l’11 luglio 1652 le autorità comunali, su indicazione dell’allora viceré conte di Lemos, decisero di chiedere aiuto con un Voto solenne a Sant’Efisio: in cambio della sua intercessione, i cagliaritani si sarebbero impegnati ogni anno, il 1 maggio, a celebrare il Santo con una Festa solenne.
Ma perché chiesero aiuto proprio a Sant’Efisio? Efisio era un pretoriano romano nato a Elia Capitolina, una città alle porte di Antiochia (nell’attuale Turchia), nel 250 d.C., che venne inviato in Italia per combattere nella campagna di annientamento dei Cristiani, al tempo considerati nemici dello Stato e della legge romana.
Qui, secondo quanto narrato nel “Passio Sancti Ephisii”, primo documento ufficiale a narrare le vicende del Santo, Efisio venne folgorato dalla luce divina. Da allora si convertì alla fede cristiana, facendosi battezzare a Caieta (ogg Gaeta) poco prima di essere trasferito in Sardegna, più precisamente presso il comando militare di Nora, per guidare i combattimenti contro gli Iliesi, popolazioni di ribelli provenienti dall’entroterra.
Contravvenendo agli editti anticristiani emanati di Diocleziano in vigore all’epoca, il generale decise di imbarcarsi in un’opera di evangelizzazione delle popolazioni locali e degli altri soldati, attirando un buon numero di seguaci, al punto da venir richiamato più volte dal governatore locale. Di fronte al suo ostinato rifiuto di abbandonare la fede cristiana, questi lo fece dapprima rinchiudere in una cella situata nell’odierno quartiere di Stampace, a Cagliari (proprio nel luogo dove oggi si erige la Chiesa da cui prende il via la processione), dopodichè lo fece flagellare, bastonare, scarnificare e bruciare con tizzoni ardenti, fino alla decapitazione sulla spiaggia di Nora del 15 gennaio 286 (secondo altre fonti ci troviamo invece nel 303).
Si narra che, nei secondi che precedettero la morte, Efisio promise eterna protezione a Cagliari e ai suoi abitanti che lo avevano sempre supportato, un atto di estrema lealtà che non venne meno neppure oltre dieci secoli dopo, quando il Santo accolse le preghiere dei cagliaritani e abbondanti piogge misero fine alla peste.
A settembre del 1656, l’epidemia iniziò infatti a rallentare fino a scomparire del tutto e, così, dal maggio dell’anno successivo (1657), la processione di Sant’Efisio ripercorre ogni anno il tragitto che collega il luogo nel quale il martire trascorse gli ultimi giorni fino alla città di Nora, luogo dell’uccisione, per poi fare ritorno verso il capoluogo sardo.
Una celebrazione che nel tempo è diventata una delle ricorrenze a carattere religioso più sentite sull’Isola, tanto che l’impegno sigillato con il Santo non venne meno neppure durante la Seconda Guerra Mondiale quando, tra gli edifici cittadini ridotti in macerie dai ripetuti bombardamenti che colpirono la città nel 1943, la statua di Efisio venne comunque portata in processione. La stessa cosa è accaduta anche più di recente, durante la pandemia da Covid 19 che per due anni ha messo in ginocchio l’Italia, in un gesto che parla tanto di devozione quanto di speranza per un futuro migliore.
Sant’Efisio, tra colori sgargianti, profumati rituali e canti struggenti
Giunta alla sua trecentosessantottesima edizione, la festa di Sant’Efisio è ormai diventata parte integrante del ricco patrimonio culturale e identitario sardo, fatto di costumi, canti e rituali fortemente codificati che da secoli si tramandano pressoché immutati di famiglia in famiglia, dimostrando la gratitudine e l’orgoglio nutrito dal popolo sardo verso le figure che hanno contribuito a scrivere pagine importanti della storia dell’Isola.
Ecco dunque che la Processione di Sant’Efisio, che con i suoi 65 km è tra i più lunghi d’Europa, non smette mai di esercitare una forte attrattiva non solo sui devoti, ma anche su turisti e curiosi di ogni dove, ammaliati dai colori, dai suoni e dall’atmosfera carica di gioia, gratitudine e speranza che caratterizza le prime giornate di maggio. Un clima di festa unico nel suo genere, che trascende la sfera prettamente religiosa per entrare in quella identitaria e creare un senso di comunità difficile da spiegare a parole, ma che appare immediatamente evidente non appena ci si unisce alla folla.
Non a caso, i preparativi stessi del pellegrinaggio coinvolgono migliaia di persone e non si limitano alle settimane precedenti la manifestazione vera e propria, ma durano tutto l’anno. A partire dalla preparazione e dalla cura degli abiti tradizionali, spesso tramandati da mamma in figlia e impreziositi con ricami preziosi, per passare dalle esercitazioni dei cavalli e dei cavalieri (i Miliziani, i Campidanesi e la Guardiania), che vestendo le antiche giubbe rosse aprono la strada al passaggio del simulacro del Santo, e dalla decorazione delle traccas, le carrozze trainate da buoi e decorate con ghirlande di fiori e frutta fresca. Tutte cose che non si possono certamente improvvisare, ma che richiedono tempo, dedizione e tantissima passione.
Lo stesso vale per il profumatissimo rituale di sa ramadura, che prevede lo spargimento di petali di fiori rosa, gialli e rossi ed essenze profumate sul tragitto percorso dal cocchio che porta il simulacro, creando uno sgargiante tappeto floreale che aggiunge un’ulteriore dimensione al rituale, quella olfattiva, forse il senso che meglio riesce a imprimersi nella nostra memoria, evocando ricordi ed emozioni nuove e uniche.
A fare da sottofondo alla processione gli struggenti canti devozionali intonati da formazioni a cuncordu, una particolare forma di canto tipica dell’Isola, che di norma prevede quattro parti maschili, ciascuna delle quali viene eseguita da un solo cantore specializzato che secondo tradizione è membro di una confraternita laicale.
La maestosità dell’evento si esprime poi in tutta la sua forza quando il cocchio contenente la statua del martire passa davanti al Municipio, dove si ferma a ricevere l’omaggio della comunità, tra i suoni gloriosi delle campane a festa e le sirene delle navi in porto.
Tuttavia, questa non è certamente la fine della manifestazione, che anzi è appena agli inizi: manca infatti ancora tutta la strada verso la spiaggia di Nora, che il Santo percorre su un cocchio più semplice, dove giunge soltanto il mattino seguente dopo aver fatto tappa per la notte presso il paesino di Sarroch. Nel luogo del martirio Efisio viene festeggiato per ben due giorni, per poi ritornare nuovamente in città nella mattinata del 4 maggio, dove è accolto tra la commozione generale da migliaia di fedeli.
Un evento grandioso, insomma, come lo è il voto fatto al Santo Protettore delle Genti Sarde.
Festa Sant’Efisio: il programma completo delle celebrazioni (25, 29 e 30 aprile, 1-4 maggio 2024)
Qui il programma completo dell’evento in programma nelle giornate del 25, 29 e 30 aprile, e dall’1 al 4 maggio 2024.
- 25 aprile 2024
In preparazione della processione, il 25 aprile alle ore 10, presso la Chiesa di Sant’Efisio, nel quartiere di Stampace, comincerà la sistemazione del Cocchio che porterà il simulacro del Santo, e si procederà con la consegna della bandiera e degli stendardi ai miliziani.
- 29 e 30 aprile 2024
Il 29 aprile alle ore 18 si proseguirà poi con la cerimonia di vestizione del simulacro con gli abiti di gala, mentre il giorno successivo, 30 aprile, alle ore 10, con l’ornamento del Simulacro con gli ori votivi, seguita, alle ore 12, dalla Santa Messa di Intronizzazione di Sant’Efisio nel Cocchio, alle ore 19 con il Solenne Pontificale e alle ore 21 con la veglia di preghiera, ultimo evento che precederà la cerimonia vera e propria.
- 1 maggio 2024:
Il 1 maggio sarà il giorno centrale delle celebrazioni e darà il via al lungo pellegrinaggio che porterà il simulacro dal cuore di Cagliari alla spiaggia di Nora. La grande processione prenderà il via alle 10 del mattino con le traccas, seguite dai devoti in costume tradizionale, i cavalieri, i Miliziani e la Guardiania. Il carro di Sant’Efisio inizierà il suo percorso a mezzogiorno, attraversando il centro città fino a passare davanti al municipio. Il viaggio proseguirà poi con diverse tappe fino a Sarroch, dove i partecipanti trascorreranno la notte.
- 2 maggio 2024:
Il 2 maggio le celebrazioni proseguiranno nella Chiesa di S. Vittoria a Sarroch, dove alle ore 7 la Santa Messa darà il via ufficiale al proseguimento del pellegrinaggio, che alle 14.30 arriverà a Arrivo a Pula presso la Chiesa di San Giovanni Battista, prima di partire nuovamente verso Nora alle ore 18, dove giungerà verso le 19, in tempo per la Santa Messa nella Chiesetta di Sant’Efisio.
- 3 maggio 2024
La giornata del 3 maggio si aprirà con la Santa Messa alle ore 8, seguita dal Solenne Pontificale alle ore 11 e dalla Solenne Processione prevista per le ore 18.00, durante la quale il simulacro sarà portato lungo il percorso che porta agli scavi di Nora con rientro dalla spiaggia fino alla Chiesa di San Giovanni Battista in Pula. Parallelamente, a Cagliari, dalle ore 19.30, verrà celebrata la Santa Messa nella Chiesa di Sant’Efisio.
- 4 maggio 2024
Il 4 maggio è l’ultima, e forse tra le più importanti, giornate di festeggiamenti, durante la quale il simulacro rientrerà nel capoluogo sardo, passando prima per Villa San Pietro, poi per Sarroch, Villa d’Orri, Su Loi, Maddalena Spiaggia e Villa Ballero in Giorgino, dove ci sarà il cambio del cocchio e degli abiti a Sant’Efisio. In attesa dell’arrivo del Santo a Cagliari, alle 19 si svolgerà la Santa Messa nella Chiesa di Sant’Efisio. Il simulacro del Santo giungerà poi nuovamente in città intorno alle ore 23.30, con la benedizione Eucaristica e la lettura dello scioglimento del Voto da parte del Presidente dell’Arciconfraternita.
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