Escursioni in Sardegna: le 10 da non perdere

Escursioni in Sardegna: la terra dai mille volti

Le escursioni in Sardegna rappresentano l’occasione per scoprire i segreti di una terra magica e suggestiva dalla storia millenaria.

Famosa in tutto il mondo per il suo mare color smeraldo che bacia spiagge di finissima sabbia bianca, l’isola è ricca di luoghi di interesse naturalistico, storico, archeologico e culturale. Senza dimenticare la straordinaria cucina regionale che mescola alle antiche tradizioni pastorali e contadine, il profumo di specialità di mare.

La Sardegna è l’isola delle meraviglie, un luogo di rara bellezza che conserva ben evidenti le vestigia del passato nonostante le trasformazioni che l’hanno attraversata nel tempo. Qui, domina ancora la natura incontaminata con gli inebrianti profumi tipici della macchia mediterranea che riempiono l’aria di boschi e foreste dall’atmosfera magica.

Dal mare alla montagna e fino alle pianure, dalle coste rocciose e frastagliate alle spiagge sabbiose, dai resti di antiche civiltà alle città dall’anima moderna e cosmopolita. L’isola è questo e molto altro e per non lasciarsi sfuggire nemmeno il più piccolo dettaglio, scopriamo insieme la top ten delle escursioni in Sardegna.

Escursioni in Sardegna: 10 mete imperdibili

Se volete conoscere meglio le meraviglie naturali, storico e artistiche dell’isola, ecco quali sono le dieci escursioni in Sardegna da fare almeno una volta nella vita.

  1. Cagliari: non si può programmare un viaggio nell’isola senza fare a tappa a Cagliari, splendida città dalla storia antica e plurimillenaria che vanta un patrimonio culturale, storico e artistico di valore inestimabile. Città del sole e del maestrale Casteddu, nome sardo del capoluogo, è la perla del Mediterraneo circondata dall’azzurro mare di Sardegna. Un luogo ricco di leggende e affascinanti tradizioni popolari, dove a ogni angolo degli storici quartieri di Castello, Marina, Stampace e Villanova, si respirano i profumi della tradizione gastronomica isolana fatta di terra e mare. Dalla cattedrale di Santa Maria Assunta alla misteriosa Sella del Diavolo, dal Bastione di Saint Remy con la sua straordinaria passeggiata coperta e la terrazza Umberto I alla celebre spiaggia del Poetto, a Cagliari non manca davvero nulla per trasformare il viaggio in un ricordo indimenticabile.
  2. Parco di Molentargius-Saline: il parco naturale regionale Molentargius-Saline è un’area naturale protetta istituita nel febbraio del 1999, delimitata a nord dalla città di Quartu Sant’Elena, a ovest e a sud da alcuni dei quartieri di Cagliari, a sud-est dal lungomare del Poetto e a est da Margine Rosso, quartiere di Quartu Sant’Elena. Si tratta di una delle più importanti aree umide d’Europa dove si possono ammirare gli splendidi fenicotteri rosa che in Sardegna sono chiamati Sa Genti Arrubia. Nel parco si possono vedere da vicino, tra gli altri, anche cormorani, aironi bianchi maggiori, aironi rossi, falchi di palude, fraticelli e usignoli di fiume. Il nome del parco, Molentargius, deriva dalla parola sarda molenti con riferimento al tipico asinello dell’isola un tempo utilizzato per trainare i carretti carichi di sale.
  3. Area archeologica Su Nuraxi di Barumini: Barumini si trova nel Sud Sardegna e più precisamente nella sub-regione storica della Marmilla. Qui sorge Su Nuraxi, uno dei più grandi e importanti complessi nuragici della Sardegna entrato a far parte del Patrimonio Mondiale Unesco nel 1997. L’insediamento nasce intorno a un nuraghe quadrilobato, ossia un bastione che comprende quattro torri angolari più una centrale, e si è sviluppato tra il XIII e il VI secolo a.C. L’area archeologica fu scoperta a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento dall’archeologo Giovanni Lilliu, considerato il massimo conoscitore della civiltà nuragica, che insieme al villaggio riportò alla luce i resti di utensili, armi, vasellame e oggetti ornamentali caratteristici della civiltà nuragica.
  4. Grotte di Is Zuddas: si trovano nel territorio del comune di Santadi nella regione del Sulcis. La grotta, scoperta nel 1971 dagli speleologi, si sviluppa all’interno del monte Meana per circa 1650 metri e la temperatura interna è pari a 16 gradi con un tasso di umidità molto vicino al 100%. Il percorso turistico visitabile è di mezzo chilometro e permette di ammirare da vicino il risultato della straordinaria e incessante azione dell’acqua sulle rocce. Stalattiti, stalagmiti, colonne, colate, cannule e rari cristalli di aragoniti aghiformi, che gli speleologi chiamano “fiori di grotta”, danno vita a un incredibile scenario sotterraneo. Inoltre, all’inizio del percorso è possibile osservare i resti del Prolagus sardus, un mammifero simile alla lepre ed estintosi circa 400 anni fa.
  5. Nora e il parco Archeologico di Pula: situata a poche decine di chilometri a sud-ovest di Cagliari, sul promontorio di capo Pula, Nora è stata la prima città fenicia della Sardegna e il centro nevralgico dell’economia del territorio grazie alla sua posizione strategia. Della città originaria sono sopravvissuti al tempo il tophet, un santuario fenicio-punico, resti del tempio di Tanit, alcuni impianti artigianali nella zona più vicina al mare e la stele di Nora, un blocco di pietra arenaria dove compare per la prima volta il nome Shrdn ovvero Sardegna. Oggi, la stele è conservata al Museo archeologico nazionale di Cagliari. Dell’epoca romana sono invece il foro, il teatro e l’anfiteatro, alcune abitazioni e gli impianti termali. Nora è anche il luogo del martirio di Sant’Efisio a cui è dedicata la chiesa eretta nel 1089.
  6. Porto Flavia: il porto minerario, realizzato nel 1924 e oggi non operativo, si trova nella frazione di Masua, territorio di Iglesias, zona sud-occidentale della Sardegna. La struttura fu progettata dall’ingegnere veneziano Cesare Vecelli e il nome, Flavia, è un omaggio alla figlia dell’ingegnere. Prima della costruzione, e più precisamente nel 1882, l’area fu visitata dal giovane Gabriele D’Annunzio, inviato sull’isola per conto della rivista Cronaca bizantina. Per la realizzazione della grande opera ingegneristica furono scavate due gallerie sovrapposte all’interno della montagna che permisero alla società mineraria belga Veille Montagne, proprietaria delle miniere della zona, di semplificare l’imbarco e il trasporto dei pesanti minerali. L’impianto fu poi dismesso negli anni Sessanta. Oggi Porto Flavia, dopo alcuni interventi di restauro, è aperta a tutti i visitatori che vogliono conoscere una parte importante della storia del territorio di Iglesias e godere della splendida visione dal mare del faraglione Pan di Zucchero.
  7. Parco dei Sette Fratelli-Monte Genis: con i suoi 58,846 ettari di estensione, è uno dei parchi più grandi della Sardegna. I sette monti, fatta eccezione per il Serpeddì, il golfo degli Angeli e punta Sa Ceraxa, non raggiungono i 1000 metri d’altezza e l’unico centro abitato di tutto il parco è il comune di Burcei. Tra le piante tipiche della macchia mediterranea che formano l’immensa foresta ci sono il leccio, la quercia da sughero, il lentisco, il corbezzolo e il virbuno tino. Il massiccio montuoso è la casa di oltre duemila esemplari di Cervus elaphus corsicanus, il cervo sardo considerato una sottospecie del cervo europeo, del daino, del cinghiale, del gatto selvatico, della martora e del muflone. La Foresta dei Settefratelli è la meta ideale per gli amanti della natura, del trekking, del birdwatching e della mountain bike.
  8. Area Marina protetta di Capo Carbonara: si trova nel territorio di Villasimius, nella Sardegna sud-orientale ed è un luogo famoso per essere il punto meno piovoso d’Italia. Dalle spiagge di sabbia finissima alle coste rocciose e selvagge, dalle grandi aree verdi ai suggestivi fondali di una delle aree marine più famose dell’isola, Capo Carbonara è un viaggio di scoperta dentro e fuori dall’acqua. Sui due versanti che formano il promontorio si trovano alcune delle più importanti località turistiche della Sardegna come Villasimius e le spiagge di Santa Caterina, Santo Stefano, Is Traias, cava Usai e Porto Giunco con la sua torre alta circa 9 metri e costruita nel 1578. Sulla costa est del promontorio si trova lo stagno di Notteri, un’oasi naturalistica di grande interesse che ospita fenicotteri rosa, falchi pellegrini, calandri e marangoni. Inserita nell’elenco delle dieci aree marine più belle della Sardegna, Capo Carbonara è uno scrigno di biodiversità che conta una gran varietà di specie marine, praterie di Posidonia oceanica e un vero e proprio museo sott’acqua con relitti di ogni epoca, dalle galere romane ai moderni cargo, che giacciono sui fondali.
  9. Grotta di Su Mannau: la Grotta di Su Mannau esiste da oltre 540 milioni di anni e si trova all’interno di una vasta area mineraria al Sud della Sardegna, più precisamente nel comune di Fluminimaggiore. La grotta è aperta tutto l’anno e per visitarla è necessario scendere tra le rocce per 500 metri impiegando circa un’ora di escursione tra laghetti naturali, cascate e passerelle sicure. Le stallatiti che formano pilastri naturali sono una delle meraviglie più note della grotta. Una curiosità: nell’antichità Su Mannau era collegata al vicino Tempio di Antas tramite un sentiero tracciato durante gli anni d’oro dell’Impero Romano.
  10. Isola di San Pietro: l’isula ‘e Sàntu Pèdru si trova nella penisola del Sulcis, nella parte sud-occidentale della Sardegna e il suo unico centro abitato è la località di Carloforte. Abitata sin dalla preistoria, fu centro fenicio, greco e successivamente romano. Agli antichi Romani si deve il nome di Accipitrum Isula ovvero “isola degli sparvieri” o “isola dei falchi” con riferimento alla presenza di una specie, oggi protetta, di falco migratore che nidifica nel bacino del Mediterraneo. In seguito, l’uccello sarà soprannominato “falco della Regina”, nome scientifico Falco eleonorae, in omaggio alla giudichessa Eleonora d’Arborea che nel XIV secolo vietò la caccia dei falchi adulti e la cattura dei nidiaci. Nobili sono anche le origini della città di Carloforte, la cui fondazione fu dedicata al re Carlo Emanuele III di Savoia. Il nome dell’isola, invece, è il simbolo della devozione popolare verso San Pietro che, secondo la leggenda, qui approdò nel 46 d.C. Le scogliere alte e frastagliate che si tuffano in un mare verde smeraldo, le spiagge incontaminate e i profumi tipici della macchia mediterranea, dal corbezzolo al rosmarino fino al pino d’Aleppo, rendono l’isola un vero e proprio paradiso, meta ideale per gli amanti del trekking. A giugno di ogni anno, l’isola di San Pietro ospita il Girotonno, l’importante evento gastronomico internazionale dedicato al tonno rosso.

 

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