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Biodiversità: l’esempio virtuoso della Sardegna

Che cos’è la biodiversità?

La diversità biologica, o più semplicemente biodiversità, è il risultato di circa 4 miliardi di anni di evoluzione nonché l’elemento cardine dello sviluppo sostenibile che nel rapporto Brundtland del 1987 è descritto come il processo in grado di rispondere ai “bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni” e “implica una trasformazione progressiva dell’economia e della società”.

Il termine biodiversità deriva dal greco bios (vita) e dal latino diversitas (differenza/diversità) ed è stato utilizzato per la prima volta nel 1968 dall’ecologo Raymond Dasmann. Qualche anno dopo comparve anche nel libro Conservation biology del biologo Thomas Lovejoy, ma è solo nel 1988 che l’espressione diventa di uso comune grazie a una raccolta di saggi, dal titolo “Biodiversità”, curata dal biologo ed evoluzionista americano Edward Wilson.

La definizione di biodiversità riconosciuta a livello internazionale è quella proposta dalla Convenzione sulla diversità biologica (CBD), firmata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992 e ratificata, ad oggi, da 196 Paesi. La diversità biologica, all’articolo 2 del trattato internazionale, è descritta come “la variabilità degli organismi viventi di qualsiasi origine, inclusi, tra gli altri, gli ecosistemi terrestri, marini e acquatici e i complessi ecologici di cui essi sono parte. Comprende la diversità all’interno delle specie, tra le specie e gli ecosistemi”.

In altre parole, la biodiversità è la varietà di organismi viventi nelle loro diverse forme e nei rispettivi ecosistemi ed è alla base dell’evoluzione e del mantenimento della vita sulla Terra. 

È possibile distinguere tre diversi livelli di diversità biologica che corrispondono ad altrettanti livelli gerarchici ed interdipendenti della natura:

  • Diversità genetica: si riferisce alla varietà del patrimonio genetico all’interno di una stessa specie;
  • Diversità di specie: comprende la ricchezza di specie (numero di specie presenti in una determinata area), l’abbondanza di una specie (dominanza di una specie in un determinato habitat) e la diversità tassonomica (rapporto evolutivo tra specie differenti);
  • Diversità di ecosistemi: indica la varietà degli ambienti naturali e gli ecosistemi all’interno dei quali i diversi organismi vivono e si sviluppano, rendendo possibile la vita e l’evoluzione delle specie sulla Terra.

Va inoltre ricordato che la biodiversità non è un valore fisso e stabile: infatti, in un dato ambiente, la diversità biologica può aumentare o diminuire nel tempo a causa di fattori naturali e/o antropici.

Diversità biologica: perché è importante tutelarla?

La biodiversità è importante per il mantenimento dell’equilibrio della natura, svolge un ruolo fondamentale per la tutela della salute delle persone ed è indispensabile per l’economia: basti pensare che, secondo i dati del Forum economico mondiale, quasi la metà del PIL globale (circa 40.000 miliardi di EUR) dipende dall’ambiente naturale e dalle sue risorse.

La diversità biologica, come evidenziato dal WWF, costituisce la rete della vita e la sua importanza deriva dal fatto che fornisce i servizi ecosistemici indispensabili per esseri umani, le specie animali e quelle vegetali. I servizi offerti dagli ecosistemi sono suddivisi in quattro gruppi:

  1. Servizi di approvvigionamento: in questa categoria rientrano il cibo, l’acqua potabile, i materiali di costruzione e i principi attivi della medicina;
  2. Servizi di supporto: includono la produzione di ossigeno, la formazione del suolo, la fotosintesi, il ciclo dei nutrienti e il ciclo dell’acqua;
  3. Servizi di regolazione: ossia la regolazione del clima e delle maree, la depurazione dell’acqua, l’attività impollinatrice delle api e il controllo delle infestazioni;
  4. Servizi culturali: comprendono i bisogni estetici, ricreativi e spirituali dell’uomo come, ad esempio, gli studi sulle piante medicinali.

Oggi, la biodiversità è messa a serio rischio da molteplici fattori, come i cambiamenti climatici, l’inquinamento, la desertificazione, l’erosione del suolo, l’agricoltura intensiva, l’introduzione di specie alloctone, il bracconaggio, pesca e caccia indiscriminate che causano la distruzione, la degradazione e la frammentazione degli habitat.

Come evidenziato dall’ISPRA, la perdita della diversità biologica contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, diminuisce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche, aumenta la vulnerabilità degli ecosistemi ai disastri naturali, ha un impatto negativo sulla salute della società e causa l’impoverimento delle tradizioni culturali.

Sardegna laboratorio di biodiversità: il progetto Forte Village Resort

La Sardegna con i suoi habitat eterogenei, caratterizzati da una flora variegata e da un ricco patrimonio faunistico, è la terra regina della biodiversità.

L’isola, complice il clima mediterraneo favorevole, è un vero e proprio paradiso terrestre dalla florida e rigogliosa vegetazione con specie dette mesofite, che risalgono a più di sessanta milioni di anni fa, ed endemismi di pregiato interesse naturalistico. Ricca e variegata è anche la fauna della Sardegna che conta 370 specie suddivise tra 41 tipi di mammiferi, 18 di rettili, 8 di anfibi e circa 300 uccelli tra stanziali.

La tutela, conservazione e valorizzazione della diversità biologica dell’isola sono alla base del progetto Biodiversità Sardegna, il portale web che rappresenta il punto di riferimento della agro-biodiversità della Regione Autonoma della Sardegna. Il sito è un prezioso strumento che permette una più attenta gestione del Repertorio regionale della biodiversità agricola, dell’Elenco degli Agricoltori e Allevatori Custodi (AAC) e delle sezioni riguardanti la Banca del Germoplasma, la Rete di Conservazione e le Comunità di tutela delle risorse genetiche animali e vegetali dell’isola.

Anche il Forte Village, pluripremiato resort circondando dallo splendido mare di Sardegna, punta tutto sulla tutela dell’ambiente e la protezione della biodiversità che ne fanno un modello di ricettività sostenibile, capace di salvaguardare le risorse del territorio e in grado di dialogare con le persone che lo abitano.

All’interno del Forte Village sono ospitate tremila specie di piante, mentre cinquemila sono quelle nuove coltivate ogni anno. Inoltre, il team dei giardinieri del resort, formato da ottanta persone, lavora a stretto contatto con le autorità locali su progetti di conservazione finanziati dal resort che hanno l’obiettivo di tutelare una tra le più delicate zone della costa sarda.

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