Marilyn Monroe, un’icona di stile: dalla nuova serie Netflix alle mostre d’arte
Marilyn Monroe: le origini di un mito diventato leggenda
L’indimenticata e indimenticabile Marilyn Monroe è una delle figure più iconiche della storia e con il suo stile unico e inconfondibile ha ispirato generazioni di donne.
Simbolo di eleganza e femminilità, emblema di sensualità e bellezza, ultima vera diva del cinema hollywoodiano, Marilyn Monroe, all’anagrafe Norma Jeane Mortenson Baker, è stata attrice, cantante, modella e produttrice cinematografica.
Norma Jeane nasce il 1° giugno 1926 alle 9:30 presso il General Hospital di Los Angeles e la madre, Gladys Pearl Monroe, riesce a ricoverarsi solo grazie a una colletta.
Gladys, figlia di Otis Elmer Monroe e Della Hogane, era una donna sola e dal fragile equilibrio psichico con due matrimoni falliti alle spalle. Nel 1917, appena sedicenne, sposa Jasper Newton “Jap” Baker da cui ha due figli prima di chiedere il divorzio, nel 1922, a causa delle continue violenze da parte del marito. Dopo il divorzio, Gladys si risposa nel 1924 con l’immigrato norvegese Martin Edward Mortensen ma quando scopre di essere in attesa del terzo figlio i due sono già separati.
Nonostante il cognome Mortenson compaia sul certificato di nascita di Marilyn, poi battezzata Baker per evitare che venisse dichiarata illegittima, i biografi concordano sul fatto che il padre biologico di Norma Jeane non sia Martin Edward ma Charles Stanley Gifford, un collega di lavoro con cui Gladys aveva allacciato una relazione sentimentale. Secondo gli storici, Gifford avrebbe lasciato Gladys non appena la donna lo informò della sua gravidanza.
Sebbene Gladys fosse mentalmente e finanziariamente impreparata all’idea di prendersi cura di un bambino, la prima infanzia di Norma Jeane fu stabile e felice. La donna, infatti, decise di affidare la figlia alle cure di Wayne e Ida Bolender, una coppia molto religiosa che viveva nella città di Hawthorne a sud-ovest di Los Angeles e si occupava di bambini in affido in cambio di denaro. Con i Bolender, Norma Jeane visse fino all’età di sette anni e successivamente fu affidata a una coppia di inglesi prima di tornare a vivere con sua madre.
Dopo pochi mesi dal ricongiungimento, Gladys, che soffriva di un esaurimento nervoso causato dai debiti e da alcuni problemi famigliari, fu ricoverata in ospedale e le venne diagnosticata la schizofrenia paranoide. Dichiarata incapace di intendere e di volere, la donna perse la custodia di Norma Jeane che fu affidata prima a Grace McKee, archivista di pellicola alla Columbia Pictures e migliore amica di Gladys, e in seguito all’orfanotrofio Children’s Home Society di Los Angeles.
Durante gli anni trascorsi in istituto, Norma Jeane fu data in affidamento e trasferita da una famiglia all’altra, dove subì violenze, disattenzioni e probabilmente anche abusi.
Marylin Monroe: dal successo al mistero sulla sua morte
All’inizio degli anni Quaranta, Norma Jeane torna a vivere da Grace e frequenta prima la Emerson junior High School e successivamente il Van Nuys High School, dove conosce James Dougherty che sposerà il 19 giugno 1942 all’età di 16 anni.
Dopo il matrimonio, la futura Marilyn Monroe decide di abbandonare gli studi per dedicarsi alla vita coniugale e nel 1944, quando James si arruola nella marina mercantile, va a vivere con il marito sull’Isola di Santa Catalina. Nello stesso anno, James parte per il Pacifico e Norma Jeane si trasferisce a Los Angeles dalla suocera, dove inizia a lavorare come operaia presso l’industria aeronautica Radio Plane ignara che proprio la fabbrica sarebbe stato il suo trampolino di lancio verso la carriera come modella.
Nel giugno del 1945 conosce David Conover, fotografo impegnato a documentare il lavoro femminile presso la Radio Plane, che la esorta a intraprendere la carriera di modella. Pochi mesi dopo Norma Jeane decide di separarsi dal marito, comincia a lavorare come modella, si schiarisce i capelli e conquista le copertine di diverse riviste e quotidiani tra cui Family Circle, Film d’oggi, Cinemonde e Los Angeles Time.
Anche il cinema non resiste al fascino della giovane modella e nell’estate del 1946, con la firma sul primo contratto cinematografico per la Fox, per lei si aprono le porte di Hollywood. In quegli anni è il regista Ben Lyon a suggerire a Norma Jeane di cambiare nome: nasce così Marilyn Monroe.
La consacrazione arriva nel 1953 anno in cui Marilyn recita in Niagara, film diretto da Henry Hathaway. Nello stesso anno è protagonista delle pellicole Gli uomini preferiscono le bionde, dove canta i celebri brani Bye Bye Baby e Diamonds Are a Girl’s Best Friend, e Come sposare un milionario che la proietta definitivamente nell’olimpo delle star più amate e desiderate dal pubblico.
Nel 1954, presso il municipio di San Francisco, Marilyn sposa il famoso giocatore di baseball Joe DiMaggio e vince l’Henrietta Award ai Golden Globe come “migliore attrice del mondo”. L’anno successivo recita nel film Quando la moglie va in vacanza e, in seguito a una furiosa lite, mette fine al suo rapporto con DiMaggio dopo appena nove mesi di matrimonio. In seguito, sarà per un breve periodo l’amante di Frank Sinatra.
Nel 1956 è sul set di Fermata d’autobus e nell’estate dello stesso anno sposa lo scrittore Arthur Miller conosciuto ai tempi del film L’affascinante bugiardo. L’anno successivo ritira all’Istituto di Cultura Italiana di New York, dalle mani di Anna Magnani, il David di Donatello per la “migliore attrice straniera” e nel 1958 torna ad ammaliare pubblico e critica con il film A qualcuno piace caldo che riceve sei nomination ai Premi Oscar del 1960 e fa guadagnare all’attrice un Golden Globe.
L’11 novembre 1960 naufraga anche il matrimonio con Arthur Miller da cui divorzierà ufficialmente nel gennaio dell’anno successivo mentre è impegnata sul set del film Gli spostati, un classico del cinema del XX secolo.
Gli ultimi anni di Marilyn Monroe saranno segnati dalla dipendenza da alcol e psicofarmaci, da continui ricoveri e dalla relazione con John Fitzgerald Kennedy cui seguì quella con Robert Kennedy, fratello del 35° presidente degli Stati Uniti d’America.Proprio alla figura di JFK è legato un episodio destinato a rimanere a lungo impresso nella memoria collettiva: la sensuale interpretazione di Happy Birthday, Mr President che l’attrice canto al Madison Square Garden davanti a circa 15.000 persone. Durante la memorabile performance, la Monroe indossava un vestito color carne in chiffon, lungo e aderente, impreziosito da strass ricamati in un motivo a rosetta e dotato di una profonda scollatura sulla schiena.
Marilyn Monroe fu trovata morta nella camera da letto della sua casa di Brentwood, a Los Angeles, il 5 agosto 1962, all’età di trentasei anni. Il mistero della sua morte non è stato mai del tutto chiarito: ufficialmente si trattò di un’overdose di barbiturici, ma c’è chi sostiene l’ipotesi del suicidio o, addirittura, dell’omicidio.
Marilyn Monroe: la diva protagonista di mostre d’arte e serie tv
Incoronata dalla rivista People “Donna più sexy del Ventesimo secolo” nel 1999, femme fatale del cinema e musa ispiratrice di grandi artisti, Marilyn Monroe è stata, secondo Marlene Dietrich, la prima vera sex symbol.
Se Marilyn è diventata immortale, il merito è anche di Andy Warhol che ha trasformato il volto dell’attrice in un’opera simbolo della Pop Art. La celebre serigrafia a colori, composta da nove moduli di 91,5 x 91,5 cm, è una delle oltre cento opere grafiche incluse nella grande mostra ospitata, dal 1° luglio al 1° settembre 2020, nella Sala Baldacchino dell’Hotel Castello del Forte Village Resort a due passi dallo splendido mare di Sardegna.
Oltre alle opere, tutte firmate in originale dal maestro statunitense, il curatore della mostra Mario Mazzoleni, titolare di Art Events Mazzoleni, ha presentato anche una serie di cimeli appartenuti a Warhol, come la chitarra di Michael Jackson, quella dei Beatles firmata da tutti i componenti del gruppo inglese, quella dei Rolling Stones e di Diana Ross.
Oggi, la storia della donna più acclamata e desiderata al mondo torna sugli schermi grazie a Blonde, il film tratto dall’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates.
La pellicola, in arrivo su Netflix nel 2021, prodotta da Plan B Entertainment e diretta da Andrew Dominik, è un ritratto immaginario dell’attrice e vanta un cast d’eccezione con Ana de Armas nei panni di Marilyn Monroe, Adrien Brody (Arthur Miller), Bobby Cannavale (Joe DiMaggio), Julianne Nicholson (Gladys) Caspar Phillipson (John F. Kennedy), Toby Huss (Whitey), Sara Paxton (Miss Flynn), David Warshofsky (Mr. Z), Evan Williams (Eddy), Xavier Samuel (Cass), Garret Dillahunt, Scoot McNairy, Lucy DeVito, Michael Masini (Tony Curtis), Spencer Garrett (President’s Pimp), Chris Lemmon, Rebecca Wisocky (Yvet), Ned Bellamy (Doc Fell) e Dan Butler.
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