Casa Zapata a Barumini: un polo museale unico nel suo genere

Casa Zapata a Barumini: un polo museale unico nel suo genere

Casa Zapata a Barumini: l’affascinante dimora di architettura ispanica che ospita un importante polo museale

In una località centro di potere fin dalla Preistoria, il polo ospita oggi le sezioni di etnografia, storia e archeologia.

La Sardegna, oltre a una mare caraibico e alle spiagge da favola, ha davvero molto da offrire, grazie a un’entroterra ricco di bellezze paesaggistiche, tradizione, cultura e storia.

E, a questo proposito, nel cuore della Marmilla a meno di un’ora da Cagliari, attende i visitatori Casa Zapata, suggestivo palazzo nobiliare del Seicento nonché raro esempio di architettura civile ispanica in Sardegna.

Si trova a Barumini, di fronte alla Chiesa parrocchiale della Beata Vergine Immacolata, e da qui si può già scorgere il sito archeologico di Su Nuraxi, Patrimonio UNESCO, importante testimonianza della civiltà nuragica che copre un arco temporale di oltre duemila anni.

Casa Zapata vide la luce per volontà di don Azor, acalde di Cagliari, alla fine del XVI secolo come residenza della famiglia Zapata, al di sopra di un nuraghe.

La dimora del feudatario e Sede Baronale, suddivisa su due piani, presenta linee e decori architettonici classicheggianti: la facciata ha finestre e portale caratterizzati da timpani di forma triangolare che poggiano su colonne lisce dai capitelli a canestro, basamento a duplice toro e stipiti scanalati.

Il timpano centrale porta scolpito lo stemma della nobile casata, uno scudo vermiglio con tre calzari a scacchi dorati.

Vanta un elegante giardino annesso e due corpi murari realizzati nei primi anni del Novecento, adibiti a stalle, magazzini e casa del fattore, affacciati su una grande corte.

Negli anni Ottanta, alla morte dell’ultima erede della famiglia, la baronessa Donna Concetta Ingarao Zapata, Casa Zapata finì in stato di abbandono fino a che il Comune di Barumini la acquistò nel 1987.

Tre anni dopo, nel 1990, iniziarono i lavori per trasformare l’edificio in un polo museale ma vennero interrotti dopo poco, non appena si scoprirono le vestigia di un imponente nuraghe complesso al di sotto delle strutture del palazzo.

Da quel momento in poi, si susseguirono campagne di scavo (che proseguono ancora oggi) e venne portato avanti il progetto di musealizzazione senza snaturare l’edilizia del palazzo e, al contempo, rendere visibile il complesso nuragico dall’alto, grazie a un sistema di pavimenti in vetro e passerelle sospese.

Varcare la soglia di una dimora nobiliare del Seicento e ritrovarsi al cospetto di un nuraghe di tali dimensioni è un’esperienza a dir poco emozionante.

“Su Nuraxi ‘e Cresia” e le altrettanto interessanti sezioni del polo museale

Il polo museale di Casa Zapata è suddiviso in tre sezioni.

L’area archeologica si distingue per la presenza di “Su Nuraxi ‘e Cresia”, (il nuraghe della chiesa, così battezzato dal professor Giovanni Lillui per la vicinanza alla parrocchiale), un “nuraghe complesso tribolato” con una torre centrale, il “mastio”, attorno al quale si dispiegano tre torri perimetrali unite da cortine murarie rettilinee.

Inoltre, ha la particolarità di disporre di due cortili, uno interno al bastione, con un pozzo, e l’altro esterno, collegato al primo da un ingresso con architrave collocato nella cortina muraria a sud-est.

Gli scavi, condotti dal 2005 proprio nel cortile esterno, hanno evidenziato la pavimentazione originaria della struttura, con un lastricato risalente al Bronzo Recente.

Allo stato attuale, all’interno di Casa Zapata sono visibili la torre est e il mastio, mentre il villaggio, il doppo antemurale e la torre sud e ovest si sviluppano all’esterno dell’edificio.

La sezione dedicata all’archeologia, oltre al nuraghe, ospita un’importante collezione di oltre 180 reperti ritrovati nell’area archeologica Su Nuraxi durante gli scavi condotti dal professor Lillui negli anni Cinquanta.

La sezione storico archivistica, allestita all’interno di uno degli stabili di pertinenza agricola, custodisce alcuni dei documenti più significativi appartenenti alla comunità di Barumini e all’archivio della famiglia Zapata.

Le teche conservano gli originali mentre i pannelli ritraggono alcuni dei documenti più importanti appartenuti alla collezione di Donna Concetta Ingarao Zapata, oltre diecimila documenti messi a disposizione del pubblico in versione digitale dal Dott. Andrea Lorenzo Ingarao Zapata di Las Plassas.

Infine, la sezione etnografica, predisposta anch’essa in uno degli stabili agricoli, consta di una piccola sala che raccoglie alcuni tra gli oggetti più comuni del secolo scorso, appartenuti agli abitanti di Barumini e dei paesi del circondario, e del Museo Regionale delle Launnedas, spazio dedicato all’antichissimo e tradizionale strumento musicale sardo.

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Photo credit: Fondazione Barumini

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